Mi ricollego a un post recente di Luca Lovisolo, traduttore, ricercatore, formatore e giurista, sulla differenza tra traduzione giurata e certificata (ovvero quando è possibile effettuare una traduzione certificata e quando serve quella giurata).
Partiamo da un presupposto che vi farà risparmiare tempo e denaro: la regola principale è chiedere all'autorità che riceve i documenti che cosa vuole esattamente. Oltre a questo, la distinzione principale è tra traduzioni per scopi probatori o dichiarativi pubblici e traduzioni nell'ambito di rapporti tra privati, che magari richiedono un maggiore grado di formalità. Cosa significa? Come spiega Luca Lovisolo: Quando una traduzione deve essere utilizzata come atto di fede pubblica, rientra nella sfera del diritto pubblico e pertanto risponde a un pubblico interesse. Se una traduzione viene usata in un procedimento giudiziario, tale interesse è la tutela del corretto esercizio della giustizia, che sarebbe pregiudicato da una traduzione infedele. Le traduzioni di un documento di identità, di un diploma di laurea o di un documento di immatricolazione di un autoveicolo servono anch’esse a fini pubblici: avere certezza dell’identità o del titolo di studio di una persona, sapere a chi appartiene un autoveicolo. L’efficacia dichiarativa, cosiddetta erga omnes, dei pubblici registri permette a tutti noi, salve le dovute riserve per la protezione dei dati personali, di essere certi dei dati anagrafici delle persone con le quali abbiamo a che fare, attraverso la carta d’identità, di sapere se il nostro medico è effettivamente laureato in medicina o di risalire al proprietario di un automezzo coinvolto in un incidente stradale..... Non è così per le traduzioni di documenti riguardanti rapporti di diritto privato. Per questo motivo, per citare un caso, non è necessario asseverare la traduzione di un contratto (a meno che, ad esempio, la traduzione non serva in un procedimento giudiziario nel quale tale contratto debba essere acquisito agli atti e perciò entri in un contesto di diritto pubblico). Lo scopo per il quale si richiede al traduttore di certificare la traduzione, in questi casi, non è attestare la conformità della traduzione stessa a fini di fede pubblica, come abbiamo visto più sopra. La certificazione, qui, deve attestare che il traduttore ha svolto il proprio lavoro con la dovuta diligenza e nella piena consapevolezza della finalità e importanza del testo e dell’incarico affidatigli. La procedura resta strettamente in ambito privatistico e non ha nulla a che vedere con gli istituti dell’asseverazione o della legalizzazione. Oltre a questi casi, in Paesi come il regno Unito in cui non esiste il procedimento di asseverazione si accettano traduzioni certificate di titoli di studio, curriculum, certificati, dichiarazioni dei redditi... come quelle richieste ai radiologi, alle ostetriche, agli infermieri o ai medici che espatriano. Se avete dubbi o richieste sulle procedure scrivetemi. Insieme troveremo la soluzione più adatta al vostro caso!
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